A Rocchetta Nervina (IM) ho assaggiato la migliore giardiniera di sempre. Me ne vennero donati alcuni vasetti. Sempre in quel borgo, ho mangiato in trattoria ottimi ravioli alla ligure.
Relativamente a Taggia, di cui ho già scritto, voglio nella presente occasione rammentare come piatto speciale, preparato da amici, gli uccelletti alla cacciatora.
Di Pietrabruna una sorta di sbriciolona locale.
Di Nervia di Ventimiglia le castagnole (oggi definito un dolce tipico, comunque basato, a seconda delle ricette, o sul cacao o, come faceva la nostra gentile "referente", sulla cioccolata amara) della signora Elvira.
Di Diano Arentino una favolosa paella.
Di San Bartolomeo al Mare i gustosissimi sott'olio di Pierluigi.
Indimenticabile una certa carbonara ad Airole.
In certi locali pubblici di Cipressa e Castelvittorio mi sono sempre, invero, deliziato, ma le voci di quei menù suonerebbero qui ripetitive, mentre ho dimenticato i nomi, purtroppo, delle loro portate veramente originali e, aggiungerei, uniche.
In casa di mio padre (era diventato un appuntamento di rito!) a suo tempo degustai magnifici piatti di lumache, che, con la migliore dosatura di menta, arrivavano portati da G. di Varase di Ventimiglia, il quale le rifiniva all'ultimo e le degustava infine con noi.
Da me, fatti con le mani di zia N. (talvolta la seguivano due dei fratelli maschi ed allora si univa alla brigata anche mio padre, già commilitone in Marina durante il secondo conflitto mondiale di uno dei due), arrivavano brandacujùn (definizione non certo esatta; ma, per capirsi: stoccafisso e patate mantecati, con altri ingredienti) e pisciarà (focaccia, dall'impasto ammorbidito con latte, contornata da abbondante sugo di pomodoro, ecc, ecc) bordigotta (di Bordighera).
A Perinaldo, cucinato dalla moglie di Emilio Croesi, dapprima titubante all'approccio (da anni per averne abusato non ne assaggiavo neanche più), divorai letteralmente un vero, classico coniglio alla ligure. E dal papà di A. scoprii tagliatelle e pomodori secchi sott'olio d'oliva da considerare fuori classifica.
Il miglior sugo di coniglio l'ho trovato in locanda a Sealza di Ventimiglia. E la migliore insalata, un po' alla francese, poco lontano, a Villatella, ma in ambiente privato.
Tengo per adesso fuori dal discorso due o tre cose che così buone potevano essere cucinate (se in stagione, rigorosamente sulla sua stufa a legna) soltanto da mia nonna materna. Per non dire delle attività culinarie di mia madre o di altri familiari: ma questi, probabilmente, sono aspetti fuori quota, non fosse altro che per motivi di intimo affetto.
Ho riportato esempi di piatti non sempre tipicamente locali, anche se presi da esperienze da me fatte in provincia di Imperia. Esempi di specialità che oggi in gran parte non accetterei. Esempi di inviti a pranzo o a cena anche in case private, che adesso forse declinerei quasi tutti.
Potrei continuare, ma si tratta solo di frammenti di memoria...
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