I tornei di calcio a carattere per così dire privato, non legati, cioé, alle istituzioni ufficiali di settore, che, effettuati nella stagione estiva, vedono la partecipazione di squadre in genere improvvisate ed espressioni di piccole ditte, sono stati a lungo un fenomeno molto diffuso nella zona di Ventimiglia (IM), quella che conosco meglio, mentre, per mia disattenzione, non so dire nulla in merito per quanto attiene gli ultimi anni.
Ho fatto questa lunga premessa per poter sottolineare come mi sia sempre rimasta impressa nella memoria l’edizione del 1964 (nelle discussioni anche con chi vi aveva attivamente partecipato nessuno mi ha mai contestato tale data!) per complessi, rigorosamente esclusi a tesserati, di bar e ristoranti, avvenuta sul campo del Capo di Bordighera (IM), al quale ho già fatto cenno, edizione cui si riferisce per la compagine in cui militò nell’occasione (e per almeno un’altra successiva volta) lo zio materno la soprastante fotografia.
Ancora adesso se se ne parla emerge l’aspetto di una festa popolare quale in pochi altri frangenti é stato dato riscontrare.
Devo premettere, ancora, che abitando allora a Nervia di Ventimiglia ed essendo un ragazzino, non conoscevo così bene come ora la città delle palme.
Discorrendone a distanza di tempo emergono, citando a caso, la presenza esuberante tra il pubblico di tante ragazze e donne, zie, sorelle, madri, cugine, anche nonne di giocatori; lo sforzo fatto da genitori non interessati a quello sport per accompagnare i figlioli, per rimanere infine coinvolti dallo spettacolo; la rivalità particolare tra ammiratori dei manipoli del Paese Alto e tra quelli della città bassa; lo svelamento incrociato di nomi di giocatori, che erano stati dimenticati.
Una volta di più riscontro che nelle pubblicazioni su Bordighera si fa sinora cenno a manifestazioni similari, magari di carattere goliardico, ma non a questa, a me (e non solo a me!) più cara.
Si dà il caso che, per ammirare lo zio in tutte (o quasi) le partite, io e mio fratello partissimo presto da casa per andare dalla nonna, dove abitavano pure lui e la zia più giovane e dove si faceva una leggera cena anticipata.
Già fare questo era per noi una festa, tanto eravamo affezionati a quei nostri cari!
Per scendere poi al bar titolare del drappello, per trovare anche noi posto in auto e recarci al luogo delle sfide.
Comments
No comments yet. Be the first to react!